Approvata la legge sullo “spreco alimentare”
La legge contro lo spreco alimentare è stata approvata a larga maggioranza al Senato il 2 agosto 2016.
La nuova legge ha come obiettivo principale di favorire il recupero e provare a raddoppiare la donazione delle eccedenze, rafforzando l’impegno già avviato con la Legge di Stabilità 2016
Si tratta di un intervento finalizzato a favorire, a fini di solidarietà sociale, il recupero e la donazione di beni alimentari, farmaceutici ed altri prodotti in favore di soggetti che operano senza scopo di lucro.
La nuova normativa prevede una semplificazione burocratica per la donazione, fermo quanto già previsto nella legge di stabilità 2016 che ha innalzato da 5.000 a 15.000 Euro il limite di costo per l’esonero della comunicazione preventiva delle cessioni gratuite.
La legge in sintesi:
Vengono definiti i termino “spreco alimentare” e “eccedenza alimentare”:
“spreco alimentare” è l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare ancora consumabili, pertanto destinabili al consumo e che sarebbero destinati a essere smaltiti come rifiuti;
“eccedenze alimentari” sono i prodotti alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza, rimangono invenduti per varie cause (motivi commerciali/estetici, prodotti aventi scadenza ravvicinata, etc).
Cosa si prevede:
Al fine di ridurre lo spreco alimentare, la legge distingue il termine minimo di conservazione – inteso come la data fino alla quale un prodotto conserva le sue proprietà specifiche – dalla data di scadenza – oltre la quale gli alimenti sono considerati a rischio.
Fatta questa distinzione la cessione gratuita di eccedenze alimentari viene consentita anche oltre il temine minimo di conservazione, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio ed idonee condizioni di conservazione.
Deve essere infatti assicurato – sia da coloro che donano il prodotto, sia dalle organizzazioni che lo distribuiscono, per quanto di rispettiva competenza – un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito ed utilizzo.
È consentita la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono in campo e la loro cessione a titolo gratuito; e per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, è permesso ai clienti l’asporto dei propri avanzi con la ‘family bag’.
Le cessioni gratuite di eccedenze alimentari da parte degli operatori del settore alimentare devono essere destinate in via prioritaria al consumo degli indigenti, mentre le eccedenze non più idonee al consumo possono essere cedute per il sostegno vitale di animali e per altre destinazioni, come il compostaggio. La cessione riguarda anche la panificazione, i cui prodotti finiti possono essere donati a soggetti che poi li distribuiscono agli indigenti entro le ventiquattro ore successive alla produzione.
La legge prevede anche che il Ministero della Salute potrà emanare linee guida per gli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e, comunque, ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti.
Sono infine previsti benefici fiscali per chi cede a titolo gratuito prodotti alimentari ad indigenti. Infatti per incentivare chi dona agli indigenti i Comuni possono applicare una riduzione della TARI proporzionata alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita ed oggetto della donazione.
Non esiste solo la povertà alimentare: la proposta di legge apre anche alla cessione dei medicinali non utilizzati, correttamente conservati e non scaduti.
La legge nasce dall’urgenza di apportare una vera svolta culturale nel Paese, per fronteggiare la voragine dello spreco domestico. Dall’ultimo studio del Politecnico di Milano, infatti, emerge che le rimanenze alimentari in Italia ammontano a 5.590.000 tonnellate, pari a oltre 13,5 miliardi di euro. Di queste i consumatori sono responsabili del 43%, la distribuzione del 13%, la ristorazione del 4%, la trasformazione del 3% e il settore primario del 37%.
La nuova legge prevede anche l’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole e una capillare campagna di sensibilizzazione, e obiettivi allineati all’Europa: il 2025 sarà l’anno chiave per il dimezzamento degli sprechi alimentari anche nel nostro Paese.
Il governo ha dunque disciplinato la materia della lotta allo spreco alimentare in funzione solidaristica attraverso incentivi e semplificazione burocratica, privando la normativa di qualsiasi apparato sanzionatorio.
Altri ordinamenti hanno invece previsto obblighi e sanzioni contro i soggetti che non cedono gratuitamente le eccedenze alimentari agli indigenti; ad esempio la Francia prevede – oltre a specifici obblighi di cedere gratuitamente le eccedenze alimentari – gravi sanzioni, quali la reclusione fino ad anni due e multe fino a 75.000 € a seconda della superficie di vendita.
Per una lettura del testo di legge: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/08/30/16G00179/sg